sélection
Discussione con Julia Reichert, Piet Baumgartner e la compagnia teatrale
In effetti, non è che la politica svizzera ci faccia spesso venire i «brividi». In un periodo in cui tendenzialmente tutto si rende pubblico e viene urlato a gran voce, non è di per sé un fatto negativo, anzi magari proprio il suo contrario, qualcosa di prezioso. Ma per rendere la democrazia di base elvetica efficace a livello teatrale ci vuole qualcosa di più della normalità del federalismo neutrale, che finisce per riverberarsi più all’estero che all’interno. Per questo motivo, il teatro Neumarkt si è messo sulle tracce dell’«unico thriller politico della Svizzera». E ha finito per trovarlo nel dramma che ha coinvolto Eveline Widmer-Schlumpf, come persona e come politica. Tradimenti, intrighi, polemiche, sobillazione, sessismo, movimento delle donne: nello scandalo sull’elezione della consigliera di Stato dei Grigioni al Consiglio federale nel 2007 c’era proprio di tutto. La politica dell’UDC, semplice e poco appariscente, a un anno di distanza dall’elezione diventava la «cittadina svizzera dell’anno» alimentando ondate di entusiasmo tra le donne del centrosinistra.
E il suo fascino colpisce ancora: chi ha sempre stimato Eveline Widmer-Schlumpf trova conferma nello spettacolo messo in scena al Neumarkt, che peraltro registra di continuo il tutto esaurito. Il fenomeno «EWS», infatti, viene illustrato portando in scena non una bensì undici Eveline. Sul palco come non-luogo che richiama il parlamento, in una specie di balletto «Schlumpf» sfilano due componenti dell’ensemble, otto cittadine e cittadini svizzeri e una poetessa di slam. Attraverso racconti, commenti, balletti a ritmo di swing e canzoni, emerge tutto quello che è stato detto su questa donna eminente. E forse dice di più sulla politica svizzera che non su sé stessa. Per i testi dello spettacolo sono state utilizzate vecchie e nuove interviste, articoli di giornale e audio originali: vero e proprio materiale documentario, insomma. In particolare, suonano piuttosto assurdi i discorsi di Christoph Blocher, che escono dalle labbra di varie versioni del suo infido delfino politico. Grazie all’abile scelta e composizione delle citazioni, il risultato non è soltanto una parodia ma anche una cassa di risonanza critica della politica di questo Paese.
Julie Paucker
Con
David Attenberger, Melina Pyschny und Lara Stoll
Coro
Fredy Goldschmid, Rosalie Kirchner, Annette Labusch, Lucy Novotny, Ruth Rüfenacht,
Julia Sattler, Salome Schock
Regia, drammaturgia, concept
Piet Baumgartner, Julia Reichert
Scenografia
Anna Wohlgemuth
Assistente ai costumi e alle scenografie
Delia C. Keller, Tania Perret
Direzione musicale
Annette Labusch
Assistenza drammaturgica, assistente alla regia
Sophie Nadler
Collaborazione coreografica
Rosalie Kirchner
Assistenza alle scenografie
Tania Perret
Produzione
Theater am Neumarkt, Zurich
Sopratitoli francesi: Subtext, Dòra Kapusta