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L'amore ist nicht une chose for everybody (Loving Kills)

Thomas Couppey, Simon Waldvogel

Simon Waldvogel

17.05.2020—13h30

durata 1h15 - annulé/abgesagt/annullato

Il tempo dirà se la nascita, nel marzo del 2018, del Collettivo Treppenwitz sia un punto di snodo della storia del teatro indipendente nella Svizzera italiana. Certamente le premesse sono date perché si consolidi come una delle realtà ticinesi più innovative e ambiziose, con prospettive di sviluppo davvero interessanti. A costituire Treppenwitz sono stati sette giovani artisti provenienti da tre collettivi: essi avevano percorsi formativi e professionali molto diversi l’uno dall’altro, ma tutti potevano già vantare delle esperienze sceniche importanti (Anahì Traversi fu selezionata nel 2015 all’Incontro del Teatro Svizzero con “La Extravagancia #0”).

Fin da subito il Collettivo Treppenwitz ha deciso di porsi parzialmente in antitesi rispetto ad alcune consuetudini della scena teatrale indipendente ticinese. Anzitutto, l’idea di riunire diverse realtà artistiche, cercando di creare le migliori condizioni di lavoro per ciascuna di loro è un forte segnale di discontinuità in un contesto professionale finora piuttosto frammentato. Inoltre, il gruppo si è dato l’obiettivo di uscire dai confini regionali, mettendo in atto nuove strategie non solo nella diffusione degli spettacoli, ma anche nella loro concezione scenica. Lo spettacolo “L’amore ist nicht une chose for everybody (loving kills)” riflette questa linea, facendo della commistione di lingue e di modalità espressive (dalla danza al teatro di parola, dal video all’atto performativo) uno dei suoi punti di forza, nel quadro di un’estetica che scavalca i confini culturali per presentarsi come autenticamente globale. Un’estetica liquida forse, certamente attuale.

Coinvolgente e accattivante nella sua giovanile freschezza, costruito valorizzando le diverse capacità di un gruppo di performer affiatato e di notevole livello, lo spettacolo si svolge nel gate di un aeroporto: un’ambientazione del tutto priva di riferimenti culturali e dunque espressione autentica di quella società globalizzata che si trova ovunque e che è spaesata. In questa terra di nessuno dove le vite si sospendono rimane, ineludibile, il bisogno d’amore, sul quale si confrontano e si scontrano i viaggiatori in attesa del volo. I performer intraprendono un percorso in cui ognuno di loro rievoca la sua esperienza interrogandosi sul ruolo dell’amore nella propria vita. Ne risulta un quadro frammentato, che riflette la generazione dei trentenni che lo esprime. Nell’era del trionfo della libertà individuale, l’amore inteso come relazione che si struttura nel tempo è venuta a mancare. Il soggetto è soltanto l’io e l’amore è lì da prendere, consumare, getta.

C’è però ancora da fare i conti con la vulnerabilità dell’individuo, con lo spaesamento di una generazione. Per uscirne, sembrano suggerire i performer del Collettivo Treppenwitz, c’è soltanto una soluzione: “Vivere”, come canta Vasco Rossi. Vivere davvero.

Gianfranco Helbling

  • Crediti

    Regia
    Simon Waldvogel

    Testo
    Thomas Couppey, Simon Waldvogel

    Assistente alla regia
    Federica Carra

    Con
    Thomas Couppey, Aurelio Di Virgilio, Camilla Parini, Anahì Traversi, Carla Valente, Simon Waldvogel

    Luci
    Matteo Crespi

    Scene
    Giulia Breno

    Supervisione artistica
    Carmelo Rifici

    Supervisione drammaturgica
    Yves Regenass

    Supervisione video
    Pietro Zara

    Produzione
    Collettivo Treppenwitz

    Con il sostegno di
    Pro Helvetia - Fondazione svizzera per la cultura, Repubblica e Cantone Ticino DECS - Swisslos, Città di Lugano, SIS Schweizerische Interpretenstiftung, Jürg George Bürki - Stifftung

    In collaborazione con
    LuganoInScena, Teatro Foce Rassegna HOME, Campo Teatrale Milano

     

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