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Blanche/Katrina - Un collegamento ingegnoso tra «Un Tram che si chiama desiderio» e l'uragano
Fabrice Gorgerat, originario del Canton Vaud, ha studiato a Bruxelles. Ne ha riportato un teatro fatto di materia che non teme di sporcarsi le mani. Latte, inchiostro, riso, gelato, secchiate d'acqua. Il regista, sostenuto dal teatro l'Arsénic di Losanna, non risparmia alcun mezzo per evocare le catastrofi del mondo d'oggi. «Blanche/Katrina» non fa eccezione. Tra plastica espansa e mattoni accatastati fatti poi esplodere, l'artista racconta la possibile connessione tra «Un tram che si chiama desiderio» e l'uragano Katrina. Spettacolo intelligente e conturbante.
Ci vuole una bella dose d'audacia per stabilire un nesso, sorta di effetto farfalla, tra un dramma psicologico degli anni Quaranta e una catastrofe naturale avvenuta sessant'anni dopo. Fabrice Gorgerat, insieme al suo drammaturgo Yoann Moreau, nutre questo tipo di ambizione e la cosa funziona. Seguendo il filo del suo pensiero, ci si accorge che Stanley Kowalski potrebbe perfettamente incarnare lo stato d'animo materialista mosso dall'arroganza conquistatrice che ha precipitato l'Occidente nella deriva ecologica che ben conosciamo...
Torniamo ora alla trama dell'opera teatrale del 1947 di Tennessee Williams. Stan e Stella vivono in un quartiere disagiato di New Orleans. Quando Blanche, sorella di Stella, viene a stabilirsi a casa loro, avviene un vero scontro di culture. Blanche, vecchia aristocratica sudista, un po' svagata, crede nella bellezza e nell'immaterialità. Appartiene al passato. Stan invece, immigrato polacco, è l'uomo del futuro, che crede nella forza, nel denaro e nel progresso. La sua vittoria su Blanche preannuncia le derive della crescita e la violenza dell'uragano scatenatosi nel 2005.
Di là dal ragionamento, la forza di questo spettacolo risiede nella sua potenza visiva (scenografia di Estelle Rullier) e nella qualità dei due attori. Julien Faure possiede tutta l'energia di Stan che sbraita, corre, s'infiamma. Mentre Cédric Leproust col suo fisico da insetto è un prodigio di inquieta delicatezza nel ruolo di Blanche. Dal punto di vista formale, la narrazione, i dialoghi e le scene di danza (musica di Aurélien Chouzenoux) si sposano perfettamente tra loro per raccontare i tormentosi vortici creati dall'uragano.
Marie-Pierre Genecand
Con
Julien Faure, Cedric Leproust
Performance e scenografia
Estelle Rullier
Drammaturgia
Yoann Moreau
Costumi
Karine Vintache
Musica
Aurélien Chouzenoux
Stage suono
Emmanuel Guillod
Video
Marc Olivetta
Direzione tecnica
Yoris van den Houte
Amministrazione
Ivan Pittalis
Produzione
Cie Jours tranquilles
Co-produzione
Arsenic – Centre d’art scénic contemporain Lausanne
Sostenuto da
Ville de Lausanne, Loterie Romande, Pro Helvetia – Fondation suisse pour la culture, Migros Pour-cent culturel