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secondo Christopher Marlowe
Ovunque c’è un re non mancano gli invidiosi. Quasi nessun monarca, nel Medioevo particolarmente cavalleresco delle Isole Britanniche, è deceduto di morte naturale. Sete di potere e fame di vendetta, gelosia e nepotismo: sono altrettante passioni che nelle corti reali terminano nel sangue.
Per il palcoscenico è una vera e propria manna. Il repertorio dei drammi storici elisabettiani si inserisce ancora oggi nelle grandi sfide degli artisti di teatro. Dalla fine del XVI secolo abbiamo ereditato Edward II di Christopher Marlowe. Come dice il titolo, si tratta de “Il regno travagliato e la lamentabile morte di Edward Secondo” (The troublesome Reign and lamentable Death of Edward the Second). In realtà, c’è molto di più: ci troviamo di fronte a uno stato arbitrario, denudato in tutti i suoi aspetti morali, politici e umani.
Ewald Palmetshofer, di nazionalità austriaca, drammaturgo residente del Teatro di Basilea e vera stella nascente tra gli scrittori drammatici, ha rielaborato l’opera di Marlowe, autore contemporaneo di Shakespeare. La trama si svolge tra i fidati di re Edoardo su uno sfondo di disprezzo e di rifiuto. A creare la provocazione è il proprio Gaveston, grande favorito del re. Che Edward mantenesse una relazione omosessuale con il conte di origine francese era qualcosa che i suoi contemporanei del XIV secolo sospettavano di già e per questo la regina Isabella e lo stratega politico Mortimer fomentano la rivolta. Non riescono però a impedire che a un certo punto ognuno, nonostante tutto l’oro e lo splendore del trono, venga trascinato inevitabilmente in un buco nero come l’inferno.
La regista Nora Schlocker sa organizzare con grande attenzione le varie fazioni, avvolte sempre più in una spirale senza scrupoli del potere. Più i personaggi sprofondano in questo gioco sanguinario e più gli spettatori sono disposti a lasciarsi avvincere dalla trama eccezionale. Il tiranno, nondimeno, dichiara imperturbabile: “Edward II. – L’amore sono io”.
Vero è che il re è vivo. Ma vero è anche che il re può essere ricattato e, quindi, è incapace di agire. Allora, per costruire uno stato non basta l’amore.
Stephan Reuter
Con
Elias Eilinghoff, Florian von Manteuffel, Thomas Reisinger, Myriam Schröder, Thiemo Strutzenberger, Michael Wächter, Simon Zagermann, Noah Zanolari
Scenografia
Marie Roth
Costumi
Sanna Dembowski
Musica e composizione
Hannes Marek
Luci
Cornelius Hunziker
Drammaturgia
Constanze Kargl
Preparazione musicale del Principe Edward
Markus Teutschbein, Knabenkantorei Basel
Coproduzione
Theater Basel - Wiener Festwochen - Schauspielhaus Wien
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