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Palavie

Valérie Poirier

Julien George

tedesco, inglese

27.05.2016—19h00

durata 1:30 – In francese – Sopratitoli tedesco, inglese

Integrazione che finisce in disintegrazione. Ecco quel che racconta PALAVIE, opera teatrale sull'esilio scritta da Valérie Poirier e messa in scena da Julien George. Al centro del racconto, c'è Arlette, una ragazza pied-noir sbarcata dall'Algeria. La giovane (interpretata da Marie Druc) è talmente presa dalla preoccupazione di rassomigliare a "chiunque altro", ossia agli abitanti di una città svizzera "dove crescono solo abeti", che rinchiude suo figlio (Frédéric Landenberg) in una spirale infernale mettendo a repentaglio il proprio equilibrio mentale. Storia dolorosa, ma al contempo allegra perché l'autrice Valérie Poirier, originaria della Svizzera francese, ama talmente i suoi personaggi che riesce sempre a riservar loro spazi per riprender fiato. Lo stesso approccio si ritrova nella regia. Senza mai essere sopraffatti, gli attori sono diretti con raffinatezza e certe astuzie visive conferiscono leggerezza all'insieme. Tra sogno e realtà, tra racconto riferito e dialoghi, lo spettatore naviga piacevolmente sulla cresta dei sentimenti. È un teatro dell'intimo che evoca il tormento dello sfollamento forzato senza mai drammatizzarlo eccessivamente.

Julien George, quarantenne ginevrino, riporta alla ribalta il classicismo. Quest’artista, seguendo le orme di Jean Liermier, direttore del Théâtre de Carouge, non intende rivoluzionare le forme teatrali, ma dare ai testi che mette in scena la miglior traduzione possibile. Recentemente, Julien George ha incantato il pubblico svizzero francese con la sua Puce à l'oreille di Feydeau, dove ogni minimo respiro era regolato al millimetro. Senza alcuna volontà di riattualizzare o reinterpretare questa mitica opera di teatro di boulevard, il suo intento era invece di presentarla in tutta la sua dimensione comica. Nel caso di PALAVIE, la sfida è identica. Con tocchi garbati, spostamenti arguti, luci sapientemente dosate e un intervento sonoro di rara delicatezza, Julien George lascia emergere le ansie dello sradicamento senza eccessiva insistenza. Apprezziamo questo ritegno, che impercettibilmente, lascia nello spettatore una traccia profonda.

Marie-Pierre Genecand

  • Crediti

    Con
    Nicole Bachmann, Anne-Shlomit Deonna, Marie Druc, François Florey,
    Hélène Hudovernik, Frédéric Landenberg, David Marchetto

    Drammaturgia, assistente regia
    Anne-Shlomit Deonna

    Scenografia
    Khaled Khouri

    Luci
    Philippe Maeder

    Suono
    Renaud Millet-Lacombe

    Tecnico luci
    Eloi Gianini

    Costumi
    Valentine Savary

    Trucco
    Katrine Zingg

    Tecnico generale
    Ygal Bohbot

    Amministrazione
    Beatrice Cazorla

    Produzione
    La Cie Clair-Obscur

    Coproduzion
    Théâtre du Grütli-Genève

    Sostenuto da
    La Loterie romande, République et canton de Genève, Fonds d'encouragement à l'emploi des intermittents genevois, Fondation Suisse des Artistes Interprètes

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